ITALIANO CERCA CASA

Come sopravvivere alla ricerca di una casa in Francia. Per tutte le informazioni serie, visitare la pagina Cercare casa in Francia”

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L’italiano che cerca casa all’estero assume fin da subito, volente o no, le sembianze del ruffiano simpaticone. Sale e scende dagli appartamenti con un’aria da procione invadente, dell’ “adesso ti porto tutto il mio calore e diventiamo amici”, con un atteggiamento falsamente sottomesso e un’esasperata gentilezza. Pensa di colpire il segno in questo modo, ma se si vedesse da fuori, se si scorgesse per un secondo nel riflesso dello specchio della camera che vorrebbe affittare, allora si direbbe “continua così, sembra funzionare”…n’ha capito… 

Ai francesi non frega niente del suo calore a buon mercato, del suo humor sibilante, della sua amicizia o di tal o tal’altro procione, insomma.

Nessuno lo sta aspettando a braccia aperte, povero il mio procione, per accoglierlo in un caldo appartamento con una cameretta confortevole tutta per lui dove può rannicchiarsi sotto le coperte e fare sogni felici. No, nessuno sta trepidamente aspettando di  convivere con questo tipo paciocchino dal sorriso merda implora pietà, no, nessuno lo vuole, o almeno ancora non sa di poterlo volere, di poter per una minima frazione di secondo pensare a questo procione come probabile e imprevisto nuovo colocataire.

italiano cerca casaAnch’io sono stata un procione a suo tempo e non ne vado fiera. Ogni procione ha una caratteristica in particolare che spicca più delle altre e che rischia seriamente di compromettergli la missione cerca casa(come se atteggiarsi da procione non bastasse già da sé). La mia personale versione del procione consisteva nell’esprimermi unicamente attraverso coordinate e onomatopee, gesticolando come un anime giapponese. Non so per quale motivo pensassi di dovermi comportare così, in ogni caso capisco perché molti (la maggior parte, confesso, l’unico coinquilino che mi scelse era alcolizzato) non mi hanno scelta. Cose che capitano quando sei nella merda o che capitano solo a me.

Posso assicurarvi (perché?) che anche voi sarete dei procioni remissivi (detta così per sentirmi meglio), sempre che non stiate pensando di trovarvi un bell’appartamentino (ahah) tutto per voi (ahah), dove sarete liberi di fare quello che volete (ahah) e di sproloquiare e cantare a squarciagola in italiano… Avete per caso già un CDI (contratto a tempo indeterminato) in mano? Un conto milionario? Dei parenti francesi? Dei parenti francesi che sentite ancora? Dei parenti francesi ignari di essere vostri parenti? No?! Allora, scordatevelo!! Neanche a un francese doc, assiduo mangiatore di lumache, formaggio e baguette, viene concessa tale opportunità.

Se avete la fortuna di essere ancora studenti è tutto molto più semplice, più difficile che trovare casa in Italia, ma molto più facile che trovare casa in Francia in quanto Rital. Potreste anche affittare uno studio tutto per voi dove cantare orrende canzoni italiane per ricordarvi della lontana terra natia, che in termini pratici dista 5 ore da dove vi trovate, e se salite al belvedere del Jardins des Curiosités nelle giornate limpide potete scorgere il Monte Bianco, la parte francese si intende, ma là dietro cosa c’è? Eeh? cosa c’è? La pasta, la pizza, i vostri amici, il mare (questa è una cosa da suditali), le grida, le risate, gli inviti per un caffè, il “sali da me a mangiare” e ueee ueee ueee .

Ma siete in Francia, ahimè, e l’avete scelto voi, c’est vrai, so cazzi vostri se non ci sta il bidet.

Deducendo, la possibilità più concreta è la colocation, ma come avrete capito essere scelti è un’impresa. I francesi vogliono vivere con francesi, se non altro perché solo i francesi sanno vivere con i francesi, e forse in una parte remota del loro inconscio lo sanno, quindi se vi rifiutano lo fanno per voi.

COME PRESENTARSI AI FRANCESI E FINGERSI UNO DI LORO

Ancora prima di permettervi di visitare l’appartamento, i francesi preferiscono leggere una vostra breve presentazione. Avendo avuto l’occasione di leggere le loro, mi sono resa conto di come i francesi amino la finta simpatia da blogger (smerdiamomi), quella cosa lì un po’ forzata, quella tendenza al voler risultare simpaticoni e frizzanti, una cosa del tipo: mi chiamo Giovanna, adoro i vestiti di colore rosso, l’alta marea e i pigiami di flanella. Tendono anche a voler condividere dei dettagli apparentemente inutili, in particolar modo se sono attenti all’ambiente o all’alimentazione. Per esempio, una ragazza ci scrisse che amava cucinare le verdure…già(quando hai il culo al caldo e fai la sborona Ah Ah), ecco, adesso immaginatevi questa scena in Italia: ciao, sì, io studio ingegneria, vengo da Padova e mi piace cucinare le melanzane, alla griglia, senza sale…——————

Un’altro aspetto interessante è la loro idea di colocationmolti francesi non cercano solo un coinquilino ma cercano una persona a loro uso e consumo. Non è raro trovare annunci psicotici nei quali i francesi pretendono che se voi poveretti doveste scegliere la loro casa, pagando regolarmente la vostra parte d’affitto più spese, sareste però obbligati a condividere il loro paniere bio, a partecipare al giardinaggio, ad andare al mercato con loro, a fare le scampagnate in montagna nei weekend, qualche felice biciclettata per il centro, a partecipare agli aperitivi del venerdì… inoltre avrete il divieto di starvene tranquilli al computer nella vostra stanza o comunque non per troppo tempo altrimenti verrete tacciati di essere Geek e verrete sbattuti fuori di casa, ovviamente dovrete giocare a carte e bere tisane la sera e spazzolarvi i capelli a vicenda prima di dormire… in sostanza sareste una dama da compagnia.

Una volta esclusi questi annunci- a meno che non siate persone con problemi di dipendenza affettiva – e trovati quelli adatti a voi per i quali siete riusciti a esprimervi decentemente in francese e ad evitare di dire che state cercando un lavoro e volete costruirvi una vita in Francia, avete passato la preselezione, ed eccoci arrivati alle interviste dei francesi.

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INTERVISTE DEI FRANCESI

Almeno che non siate fortunati, la visita di una casa vi porterà via un bel po’ di tempo. Ai francesi piace, o meglio, i francesi esigono intavolare una conversazione/ intervista/ esaminazione/ indagine/ interrogatorio con voi. Ebbene sì, i francesi vi riempiranno di domande e vi osserveranno con sfacciate facce aliene in attesa che voi esponiate volontariamente la vostra vita riformulandola secondo la struttura hegeliana imparata al liceo-tesi/antitesi/sintesi- e le categorizzazioni-sistemiche funzionali all’esistenza di una società evoluta (non vuol dire niente, ma secondo me loro mi capirebbero).

Mi raccomando, ripassate la vostra intera vita prima di andare a un incontro, fate tutti gli schemini che il caso richiede, riorganizzate gli appunti, buttate là qualche bigliettino, potreste scrivervi nella mano: mi chiamo Mario, perché quello che farete sarà come affrontare un vero e proprio esame. Vi sentirete un po’ sotto pressione ma eccomi qua a darvi il mio magico suggerimento per riuscire nella vostra missione: fate finta di essere un SIMS. Suddividete per:

Lavoro/studio: col quale viene chiaramente sottinteso “ho un’idea precisa di tutta la mia vita e di cosa voglio essere e di cosa voglio fare”. Quindi state studiando *** per fare *** per diventare***

Hobby: dovete dire tutto, anche quelle cose che fate così per fare, come giocare ai videogame, o quelle cose normali facenti parte della vita di ogni individuo, come ascoltare musica. Quelli sono i vostri hobby, dovete dirli.

Cosa ti piace fare: sottocategoria degli hobby, non ho ancora ben capito la differenza. Qui rientra la questione “cucinare le verdure” e tutte le cose a cui non pensate ma fate automaticamente, come uscire, fare aperitivo, andare al cinema, essere un essere umano.

Sport: andate a correre due volte all’anno dopo Natale e dopo Pasqua? Ditelo. Voi correte, non molto, ma correte. (I francesi amano lo sport, tutti e dico tutti praticano sport!!!)

Che tipo di persona sei: ma chi diavolo lo sa, avete rotto u’ cazz.

Bene, si direbbe che il discorso è bello che finito…e invece no, no no, loro sono ancora lì che attendono qualcosa (un messaggio in codice? una parola d’ordine? uno sguardo? Non l’ho mai capito, per me era solo imbarazzo)e voi non sapete cosa e segue un inquietante silenzio nel quale vi scrutano al fine di comprendere se siete uno di loro oppure no; dopo un tempo imprecisato in cui non avete capito cosa stava succedendo, seguiranno una serie di: ehm, bah oui, beh, pas mal, mmm, eeh. Questi sono versi alla ricerca di qualcosa da dire, perché i francesi non sanno finire in modo pratico una conversazione, la prolungano ripetendo a disco rotto ciò che è stato già detto, ribadendo concetti ovvi e sfoderando una lunga serie di saluti convenzionali. Una volta che sarete riusciti a svincolarvi da questa reiterazione e sarete arrivati ai fatidici baci sulla guancia da dare a tutti i componenti della casa, agli amici e agli animali, uscite, aspettate che chiudano la porta e tirate il vostro sano porcone dando aria alle ascelle, poi respirate e andate al prossimo appuntamento, buona fortuna.

In tutto questo delirio, ricordatevi di fare anche voi le domande intelligenti, tra le quali se col loro contratto d’affitto potete accedere alla caf (per esempio, se si tratta di una subcoloc non avete accesso all’apl). Domandate il totale delle spese, comprensivo di tassa d’abitazione e assicurazione. Chiedete a quanto ammontano les charges mensilmente e se i coinquilini hanno aperto contratti forfait che aumenteranno negli anni successivi (questo capita spesso con i contratti internet). Controllate che ci sia la lavatrice e chiedete quali mobili restano nella stanza. Il resto sono le solite domande da coinquilinaggio.

Ultime considerazioni …

Se non vi rispondono non sono cattivi,  trovare casa è così difficile che sono letteralmente invasi da mail, chiamate, messaggi e messaggi in segreteria (sì, i francesi la usano ancora).

Se avete la possibilità di trovare una casa e vi scelgono, ma questa non rispecchia esattamente quello che cercavate, c’è quel coinquilino lì e poi la camera è piccola (lo sono quasi tutte) e il parquet e gnegnegne, tiratevi uno schiaffo da soli e prendetela. Magari se c’è un coloc chiaramente psicopatico o 50 gradi in una casa completamente in sottotetto dove l’unico luogo in cui potete sentirvi a vostro agio è il bagno, beh, ecco, rifiutate, ma per tutto il resto no! Prendetela.

Cercate di vivere con i francesi, veramente, fatelo. È indispensabile per la vostra nuova vita, per imparare a dovere la lingua e per inserirvi da subito nella loro cultura. Sappiate, però, che vivere con i francesi non significa per forza diventarci amici, a meno che non accettiate di fare la dama da compagnia, è ovvio.

Non arrabbiatevi con gli italiani se non vi rispondono o non vi scelgono, lo fareste anche voi, quindi arrabbiatevi con loro lo stesso, lamentatevi, tirate merda a tutti e poi quando sarete al loro posto non sentitevi in colpa.

Se volete essere scelti vi consiglio di fare una di quelle fastidiosissime presentazioni simpaticone che tanto piacciono a loro, o siate diretti e fate un elenco di cose appetibili che vi caratterizzano, oppure optate per essere voi stessi, qualcuno vi capirà.

Non fidatevi, non lasciate mai gestire ad altri la situazione, informatevi su tutto e siate intraprendenti e scassapalle. Se non capite una cosa chiedete perfettamente, leggete per bene i contratti e fate più domande possibili.

CONCLUSIONE

Il gabinetto francese è una delle scelte più stupide all’interno di una casa. I francesi ribadiscono continuamente che la sua funzionalità risiede nella possibilità data a due persone di poter utilizzare nello stesso momento doccia e toilette senza dover attendere. Per esempio, se una persona deve farsi la doccia, l’altra può tranquillamente fare la cacca, non so cosa intendano per tranquillamente visto che se state facendo la cacca e sapete che a qualcun altro serve il cesso ma ci siete voi che state facendo la cacca e lui lo sa ma ha comunque bisogno del cesso ma non lo può usare perché voi state comunque facendo la cacca, e lo sentite aggirarsi o sostare fuori dalla porta rialzata di quel cavolo di gabinetto, beh, questo genera una discreta pressione.

In più, leva spazio alla casa. Signori miei, parliamo di sfruttamento degli spazi interni. Per quale cavolo di motivo deve esserci quello Shit Shuttle quando potrei, io personalmente, a casa mia, avere la stanza più grande invece di avere il cesso al di là del mio armadio a muro e essere informata quotidianamente sulle funzionalità intestinali dei miei coinquilini?

Infine, parliamoci chiaro, la cacca dei francesi contribuisce ad allargare il buco dell’ozono. Al fine di coprire l’odore della cacca, il quale ostinato permarrebbe nello Shit Shuttle privo di qualsivoglia sistema ingegneristico di aerazione, i francesi fanno uso assiduo di deodoranti per ambienti.

italiano cerca casaOra, ditemi voi, se per qualche minuto di attesa per fare la doccia o la pipì, un essere umano deve accettare di vendere la propria intimità al primo venuto, di vivere in una casa con disposizioni anti-sociali (come gabinetto accanto alla cucina), soffrire d’ansia da prestazione, contribuire alla distruzione climatica aggiungendo ansia da senso di colpa all’ansia da prestazione e rischiare, quindi, una crisi di panico e conseguente crisi cardiaca per colpa della cacca.

Ciao Procioni! Se l’articolo è stato utile (non vedo in quale modo) condividete!

Anna

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