Senza Corpo
progetto fotografico
Ciao a tutti,
questo è un post diverso dal solito perché oggi vorrei sfruttare lo spazio personale del blog per parlarvi di un progetto fotografico che ho realizzato e a cui tengo particolarmente.
Il progetto si chiama Senza Corpo ed è incentrato sul fenomeno migratorio lungo la Rotta Balcanica. Non si tratta di un reportage ma di un lavoro artistico. Ho raccolto i vestiti lasciati dalle persone che passano il confine italo-sloveno, li ho fotografati, archiviandoli come elementi storici, e li ho organizzati in un sito dall’aspetto di un e-commerce.
Nel sito vi è anche una pagina donazioni di raccolta fondi per l’Associazione Linea d’Ombra (tutte le donazioni vanno direttamente sul conto della stessa), che opera in Friuli per accogliere e offrire le prime cure ai migranti che riescono a passare il confine, fornendo loro anche cibo e vestiti puliti. Il loro aiuto si espande fino alla Bosnia, dove compiono viaggi ogni mese per portare sostegno, sia concreto sia umano.
Nel sito troverete una spiegazione dettagliata del progetto. Vi invito a visitarlo, condividerlo il più possibile e, se volete, a lasciare un piccola offerta.
Articoli che parlano del progetto:
La percezione del freddo, di Valeria Scafetta
I migranti della Val Rosandra, di Luigia Sorrentino
Vi ringrazio per il vostro aiuto 🙂
Anna
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In bocca al lupo per questo preziosissimo progetto. Sono migrante anch’io, ma di quelli fortunati con il passaporto giusto, e non ho conosciuto certe esperienze. Divulgarle è fondamentale. Grazie! ?
Grazie a te per aver dedicato attenzione al progetto 🙂
Trovo il tuo progetto molto interessante. Una raccolta di foto che parlano da sole…dolore, paura e speranza. Sono sicura che questo tuo lavoro artistico avrà successo.
Grazie 🙂 Lo spero proprio, più si parla di questi argomenti, in qualsiasi modo lo si faccia, meglio è. 🙂
Sono andata a leggere la descrizione dell’iniziativa e devo riconoscere che è suggestiva, toccante e molto bella. Sarà una mostra di grande successo.
Grazie, spero proprio di poter realizzare una mostra per sensibilizzare sempre più persone sull’argomento 🙂
Mi sono commossa leggendo il tuo post. Gli abiti parlano delle persone, raccontano il dolore e la speranza di chi li ha indossati e ci fanno capre quanto siamo egoisti e quanto i nostri cuori si siano indurito. Grazie a te per il progetto che sosterrò senza dubbio e grazie per ricordare la dignità di queste persone
Grazie Antonella, era esattamente la reazione che speravo di provocare: senza troppe riflessioni né posizioni ideologiche e politiche, ma pura empatia. <3