Casablanca è pericolosa?

Casablanca ha la reputazione di essere una città molto pericolosa, sarà vero? Quali sono i quartieri più pericolosi di Casablanca? Scopriamolo insieme.

  • Casablanca: edificio moderno

Casablanca, città temuta anche dai marocchini

Casablanca, si dice, prese il nome da una piccola casetta di calce bianca situata sulla costa della città. La casetta si scorgeva da lontano e divenne il simbolo di riferimento di Casablanca, specialmente per i marinai spagnoli e portoghesi dalla cui lingua adottò il nome.

Dal tempo di quella casetta sull’oceano, Casablanca è cambiata moltissimo. Oggi, oltre ad essere la capitale economica del Marocco, è anche, con i suoi 3 milioni di abitanti, la metropoli più grande e popolosa del paese.

Una città dalle mille sfaccettature, moderna in tutti i sensi, ma anche losca e tra le più pericolose, o almeno così dicono.

La reputazione di città tra le più pericolose dell’Africa è diffusa anche tra gli stessi marocchini. Molti di loro mi hanno sconsigliato di andarci, sia perché dicono non sia interessante da visitare sia perché appunto è pericolosa.

Io, invece, ci volevo andare a Casablanca. Da sempre mi attirava, sarà per via del suo nome, per l’Atlantico, per il film di Curtiz, non lo so, ma c’era qualcosa che mi chiamava, mi attraeva molto più di come può sedurre una Marrakech. Allora, nonostante me l’avessero spogliata d’interesse con i loro “ma cosa ci vai a fare a Casablanca? Non c’è niente”, l’ho comunque aggiunta nel mio itinerario, ma dedicandole solamente un giorno, giusto il tempo di visitare la rinomata Moschea di Hassan II.

  • uomo passeggia nel centro della città di casablanca

Casablanca, città ricca di stimoli

Quando ancora dalla corriera la vedevo delinearsi ai lati della strada, capii subito di aver sbagliato a credere alle dicerie su di lei. Solamente da quel primo sguardo alla sua periferia, percepii quanto questa città ha da offrire.

Un clamore di stimoli e brividi fuoriusciva violento dai quei quartieri. Gli edifici fatiscenti  si sostenevano reciprocamente come se potessero crollare da un momento all’altro. Si stringevano sfregandosi la pelle rugosa di un cemento sfatto, per tenersi in piedi. Lo si poteva immaginare il tramestio e il brusio delle genti che in quei luoghi ci abitano e come formiche invadono le vie. Mano a mano, i palazzi si facevano più moderni, ma continuavano a dare l’impressione di star per precipitare su se stessi. Quel loro stare confusionario richiamava le persone, anch’esse assemblate male, posizionate casualmente per le strade, qualcuno per terra, qualcuno gironzolare, disordinate nel loro modo di stare, di fare, di muoversi. La città sembrava esser stata innalzata seguendo i caratteri dei popolani. Le case hanno cominciato a scomporsi, a sfarsi, per assimilarsi alle genti e così di risposta il popolo è divenuto periferico e misero. Nei tratti della sua delinquenza si è fatto come le case, come quegli edifici ammassati e scrostati che per star in piedi si appoggiano su chi hanno accanto, invece di fare affidamento alle loro fondamenta.

Salita in taxi ne ero ormai dentro alla città e non potevo più sfuggirle. La macchina si immise nel traffico intenso e sporco come può essere il traffico di una metropoli, ma in quel caso mi sembrava ancor più destabilizzante. In coda al semaforo di una strada a quattro corsie, vidi una signora sul marciapiede alla mia destra stendere dei panni dalla fantasia animalier, presumibilmente suoi, su un cordoncino fissato alla parete di un immobile. E poi via di nuovo nell’ammasso di situazioni instabili, clacson e quartieri cosmopoliti, dove turchi e cinesi si fanno la lotta per il commercio.

Nel centro di Casablanca, invece, gli edifici moderni mostrano i loro volti come vecchie signore eccentriche che hanno fatto del loro stile un marchio di carattere. Sono vari gli stili architettonici che si possono trovare, dall’Art Nouveau, al Neo classicismo, dal cubismo al funzionalismo, al neo moresco ed altri ancora.

Sono arrivata a Casablanca durante il Ramadan, e se a Marrakech e in altre mete turistiche durante il Ramadan i locali restano aperti per i turisti, a Casablanca come a Rabat è tutto rigorosamente chiuso fino al calare del sole. Questo mi ha permesso di vivere una Casablanca strana, dove a parlare erano le mura bianche e rovinate, al cui interno pulsava il celato; e un circuito di vie immense mi trascinava da un contesto diverso dall’altro per poi non offrirmi nulla di più, perché avrei dovuto darle più tempo, più sguardo, più parole.

  • palazzi del centro di Casablanca

Casablanca è una città pericolosa?

Secondo il sito Numbeo (dati 2019),. Numbeo è un database che regola le proprie statistiche sui dati inviati dagli utenti di tutto il mondo, quindi è variabile e relativamente soggettivo. Ad oggi, il livello di criminalità di Casablanca è segnato come Alto 63,33.  Il livello di  sicurezza (i valori vanno da 0 a 100) per chi si aggira da solo durante il giorno è moderato 55,57, invece per chi si aggira da solo durante la notte è basso 28,72.

Secondo il sito della Farnesina,. Casablanca è marcata come Area di Particolare Cautela, sconsigliate le periferie.

Secondo gli articoli degli ultimi anni (basati per lo più su Numbeo), . Casablanca è percepita come 67esima città più pericolosa del mondo, 13esima città più pericolosa dell’Africa e seconda città più pericolosa del Maghreb.

Ho voluto affrontare questo argomento, non tanto a causa di queste statistiche allarmanti, ma piuttosto perché sono stati in molti a parlarmene male e questi erano tutti marocchini.

Personalmente, essendoci stata per poco tempo non posso dire se sia o meno una città pericolosa, anche se ovviamente è chiaro lo sia. Ma molto spesso in queste grandi città i livelli di criminalità sono per forza alti, considerato il numero degli abitanti, e molto spesso si riferiscono ai quartieri periferici. Quello che posso fare è riportarvi ciò che mi è stato riferito, non sapendo, però, se trattasi di luoghi comuni, pregiudizi o verità. A me sono state fatte diverse raccomandazioni che tengo a condividere con voi.

Arrivare a Casablanca durante il giorno

La prima cosa che mi hanno consigliato, soprattutto se programmate di arrivare a Casablanca in corriera, è di evitare gli orari notturni o la mattina presto. Le stazioni delle corriere si trovano fuori dal centro città, e in orari dove non vi è molta gente e magari non ci sono neanche i soliti taxisti, il rischio di trovarsi in brutte situazioni è alto. 

Non girare col cellulare in mano!

Mi è stato consigliato, o oserei dire imposto, di non tenere in mano il cellulare e la macchina fotografica. Concretamente, non dovete telefonare mentre camminate o appoggiare il cellulare sui tavolini quando siete al bar.

“Noterai che nessuno a Casablanca gira col cellulare in mano“.

Ovviamente non infilatelo nelle tasche posteriori dei pantaloni ma neanche in quelle anteriori, insomma nascondetelo insieme a tutti gli altri oggetti di valore.

Facciamola ancora più breve: una volta messo piede fuori dall’hotel,  nascondete tutto ciò che avete o lasciatelo in camera e finita lì.

Periferia portati via

Evitare come la peste bubbonica-fare finta non esistano e superato il centro si precipiti nel regno dell’Ade- i quartieri periferici e i quartieri rinomati per tassi di delinquenza molto alti, tra cui alcune zone a ridosso della medina, quindi cercate di non perdervi.

Buona fortuna

E se questo non mi bastava, mentre camminavo per il centro città con la mia bella reflex appesa al collo, un tipo passatomi accanto mi disse: Good Luck!

Come comportarsi dopo queste raccomandazioni?

Bene, cosa fare dopo aver ascoltato questi avvertimenti? Farsela nelle mutande, direte voi. Esatto! Completamente suggestionata dalle varie indicazioni ricevute, passeggiavo per le vie di Casablanca come se fossi una ricercata dal governo. Con fare circospetto, ogni qualvolta sfilavo il cellulare dal marsupio, mi accingevo svelta a rimetterlo al suo posto col cuore a mille. Poi, con estrema calma, supervisionando a 360° l’ambiente circostante ed esaminando ogni individuo da dietro gli occhiali da sole neanche fossi un agente della Cia, sfilai la fotocamera dallo zaino e mi misi scattare, senza mai abbandonare le vie principali e i luoghi più affollati. In preda a questo mio delirio, mi fermai in una piazzola dove si allenavano degli skaters, qui incontrai un ragazzo al quale esposi tutte le mie preoccupazioni. Mi rispose che potevo stare tranquilla,  nel centro città non c’era da preoccuparsi, poiché sorvegliato da telecamere e polizia. Sosteneva che come in tutte le grandi città bisogna fare attenzione ed evitare certi quartieri.

Da quel momento, conquistato il via libera, la città magicamente cambiò d’immagine e per il resto della giornata mi aggirai spavalda per le vie. Il giorno dopo, però, sulla via della Moschea di Hassan II, riproposi i miei dubbi al taxista, il quale se in un primo momento cercò di minimizzare i miei timori, poi concluse il suo discorso con: “Detta tra noi, non tenere il cellulare in mano”.

In definitiva, non so proprio cosa pensare sulla sicurezza di Casablanca. A me non è successo niente e a parte la mia suggestione non mi sono sentita particolarmente in pericolo. Casablanca ha certamente un elevato tasso di criminalità, ma penso sia possibile visitarla serenamente con le giuste accortezze. Magari se questa storia dei cellulari è proprio vera, evitate di prendere foto e pazienza.

Ma passiamo al dunque:

Quali sono i quartieri più pericolosi di Casablanca?

Hay Lalla Meryem, Hay Moulay Rachid, Bousbir, Derb Ghallef, Derb El Kébir

  • edificio moderno del Marocco
  • Casablanca: twin center

Conclusione

Al di là che vogliate visitare Casablanca oppure no, che abbiate paura di visitarla oppure no. La Moschea di Hassan II va vista. Anche se questo significa fare una deviazione dal vostro percorso, stancarvi e viaggiare come dei matti solo per fermarvi qualche ora in città, e infine farvela nelle mutande perché siete in una delle città più pericolose dell’Africa o presunta tale, la moschea merita tutto i vostri sforzi e anche un po’ di strizza. Casablanca anche e forse di più, ma questo dipende dalle vostre inclinazioni.

Speriamo di non farci rubare niente, Inshallah!

Anna 

2 commenti
  1. Raffaella
    Raffaella dice:

    Complimenti per il tuo racconto. Oltre a essere scritto molto bene, con un tono coinvolgente, affronta un tema davvero delicato come la sicurezza nelle grandi metropoli senza scadere in luoghi comuni. Io sono del parere che molto spesso la sicurezza in viaggio dipenda in parte anche da noi viaggiatori.

    Rispondi
    • anna
      anna dice:

      Grazie 🙂 Sono d’accordo con te, siamo noi per primi a dover pensare alla nostra sicurezza e a comprendere come comportarci in un dato luogo, affidandoci anche al nostro istinto. E’ chiaro, per esempio, che a Casablanca non avrei mai fatto una passeggiata da sola in piena notte, magari non mi sarebbe successo niente, ma perché rischiare?

      Rispondi

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