Sei stereotipi sul Marocco

 il mondo visto dal turista

  • 6 stereotipi sul Marocco: suk, maschere africane

Sul Marocco esistono moltissimi stereotipi e pregiudizi. Se certe cose possono essere relativamente vere, altre sono esageratamente montate. Di seguito, vi proporrò sei stereotipi sul Marocco  con relativa smentita per cercare di ridimensionare un’immagine forse troppo affrettata di un paese di cui si è sentito spesso parlare.

  • I marocchini sono insistenti, cercano di venderti qualsiasi cosa: questo è tra gli stereotipi più diffusi, ma in un certo senso non è vero. Se siete stati solo a Marrakech, allora va bene, a Marrakech in effetti ci si sente frastornati. Ma nel resto del Marocco, specialmente nelle grandi città, nessuno vi disturberà, o comunque nessuno vi disturberà più di qualsiasi altro commerciante nelle città turistiche. Prima di affibbiargli questa etichetta, bisogna comprendere un aspetto importante di questo popolo: il marocchino, così come l’arabo in generale, è un commerciante; un vero e proprio commerciante nel senso antico del termine, il suo comportamento potrà anche risultarvi esagerato ma è solo espressione diretta del suo mestiere.  Anzi, per il turista può essere un’ottima occasione per conversare, imparare qualcosa sulla cultura locale, bersi un tè. Ho imparato davvero molte cose  parlando con i commercianti, ho fatto discussioni di ore sorseggiando tè e sono quasi sempre uscita senza comprare niente.
  • Stai attenta ai marocchini soprattutto se sei donna: soprattutto se sei formosa, soprattutto se sei bionda con gli occhi azzurri, WTF? Ok, a parte che questo già di per sé è un discorso razzista, come se indistintamente a tutti i marocchini dovesse piacere la donna occidentale bionda con gli occhi azzurri. Ma va beh. Certo, il Marocco è un paese con una cultura patriarcale, ancora molto maschilista, dove la donna riveste un ruolo specifico e quindi, in certi contesti, una turista può attirare l’attenzione, ma vi dirò francamente anche un’altra cosa: ma chi vi caga. Ok, gli sguardi ci sono se gli piacete, vengono a provarci se gli piacete, vi fermano anche per strada se gli piacete. Ecco, tutto qui. Sì, certo, talvolta è fatto con un po’ più di insistenza (niente che non mi sia successo anche in Italia), talvolta possono avere dei modi offensivi (niente che non mi sia successo anche in Italia), ma se rifiutate nessuno vi disturberà più. Tra l’altro, nelle grandi città veramente nessuno vi considera, e se vi fanno complimenti, magari è per cercare di vendervi qualcosa e non per provarci- strategie di marketing. Voglio dire, non siete la perla bianca e rara che arriva a portare luce e fascino, siete degli esseri umani come loro con delle preferenze come loro, a qualcuno piacerete, ad altri no. 
  • Viaggiare da sola in Marocco è pericoloso: no, se usate tutte le accortezze che immagino usiate in ogni viaggio in solitaria, più un po’ di sano istinto che ci fa sempre tanto bene. 
  • I marocchini truffano: no, i marocchini commerciano e così dovete fare anche voi, se voi non lo fate potreste acquistare qualcosa al doppio del suo valore. Certo, ci sono anche i veri e propri truffatori che, per esempio, vi chiederanno soldi per entrare in posti gratuiti, niente di diverso dai nostri parcheggiatori abusivi, tassisti senza licenza o gladiatori romani che triplicano i prezzi a discapito degli ignari turisti.  In generale, è vero che quando c’è un turista i prezzi si alzano, ma non capita sempre e molto spesso si tratta di pochi euro, basta qualche accortezza per aggirarli con facilità. Considerate poi che, soprattutto nei villaggi, la gente vive solo di turismo, il quale è presente in abbondanza qualche mese all’anno, se non vendono, se non insistono per vendere, se non alzano un po’ il prezzo, non vivono.
  •  In Marocco chiedono soldi ogni due passi: questo è vero, soprattutto nei villaggi. Infatti, non date mai soldi (a meno che non si tratti di un mendicante), specialmente ai 6 stereotipi sul Maroccobambini. Non fareste che incentivare questo tipo di comportamento dannoso sia per loro, sia per il mercato turistico, sia per l’immagine del Marocco. Purtroppo, la figura del turista non è sempre amata. Se da un lato è ben accetta, soprattutto da commercianti e albergatori, perché favorisce l’economia, dall’altro è vissuta negativamente dai locali. La causa di questo rifiuto deriva dalla figura stessa del turista, la quale per come è concepita determina una distanza tra essa e la popolazione, imponendo implicitamente modifiche nel territorio e nelle usanze. Egli si appropria, tramite la sua presenza, le strutture e i servizi creati appositamente in sua funzione, dei luoghi visitati, pretendendo che siano questi a conformarsi alle sue esigenze e aspettative di fruitore di servizi turistici. Questo è un fenomeno diffuso un po’ ovunque e dovuto all’aumentare del turismo degli ultimi decenni che ha favorito un modo di viaggiare consumistico e di massa. Il turista contemporaneo visita gli altri paesi con una logica vacanziera. Si sposta ma pretende sempre di restare all’interno di un involucro europeo (nel nostro caso),  richiedendo servizi e ospitalità pari ai suoi standard. Impone il suo modo di essere, offendendosi se attorno la gente non lo tratta, non si adatta e non reagisce con rispetto, sorriso e accoglienza alla sua presenza. In realtà, è lui il primo a non fare lo sforzo di interagire e conoscere la popolazione locale e, anzi, la maggior parte delle volte, la teme a causa di tutti gli stereotipi costruiti nel tempo. Dal canto suo, il locale si sente invaso e violato nella sua quotidianità da turisti che, oltre a scattargli foto infinite come se fosse un animale in un paese in cui le foto non sono tollerate,  pretendono, spendono e sono trattati con servigio senza dare veramente qualcosa in cambio, se non i loro soldi. Ed è in questo modo che hanno delineato la loro immagine, figure di denaro inserite in un sistema organizzato a loro funzione come un parco divertimenti di cui l’abitante è elemento integrante e di conseguenza domanda la sua parte. Questa diffidenza da parte dei locali, però, resiste solo in un primo momento e solo se il turista lo conferma col suo approccio. Non appena ci si dimostri più propensi a creare una relazione umana, le mura crollano e loro si aprono come se foste amici di vecchia data, offendendosi anche qualora cercherete di offrigli qualcosa in cambio del loro aiuto.
  • In Marocco c’è il rischio di attentati terroristici: questo è un argomento delicato, soprattutto perché è recente il caso dell’omicidio delle due ragazze scandinave. In linea generale, comunque, il Marocco non è un paese fondamentalista e non è neanche tra i più pericolosi per quanto concerne il terrorismo. Il re Muhammad VI si è schierato apertamente contro i fondamentalisti agendo anche all’interno delle istituzioni religiose al fine di arginarne la problematica. Questo, ovviamente, non garantisce l’assenza di militanti dell’Isis sul territorio o semplicemente di gruppi fomentanti l’odio contro gli occidentali, ma tra i paesi a rischio, il Marocco resta uno dei più sicuri. Tra l’altro, in quanto fonte di guadagno, i turisti sono protetti e sorvegliati anche dalla polizia che addirittura allontana i piccoli truffatori della medina non appena li scova. In caso di pericolo, da tutta la comunità riceverete solidarietà e aiuto. I marocchini sono molto generosi, non restano indifferenti se succede qualcosa. Vi riporto giusto due esperienze personali, che fortunatamente non c’entrano col terrorismo ma che potrebbero rassicurarvi. Un pomeriggio mi stavo aggirando per un quartiere di Marrakech e mentre scattavo qualche foto in una piccola piazza, un signore un po’ squilibrato mi ha aggredita verbalmente perché avevo la macchina fotografica. Continuava a insultarmi senza voler sentire alcuna spiegazione. Tutte le persone presenti, pur non amando il fatto che io stessi scattando delle foto, sono venute in mio aiuto e l’hanno allontanato, anche chi era più distante è venuto a chiedermi cosa fosse successo, cercando di rassicurarmi col sorriso. Un’altra volta, invece, mi trovavo in una zona molto periferica di Tangeri, ai lati di uno stradone principale. Ero appena arrivata in corriera e stavo camminando per andare all’ostello, quando ho incrociato una ragazzina sui tredici anni che mi ha prontamente fermata per chiedermi dove stessi andando, vietandomi di continuare perché per me quel quartiere poteva risultare pericoloso. Ha poi fermato un taxi, ha spiegato la situazione al conducente e mi ha fatta salire (grazie piccolo angelo). Ovvio, questi sono solo degli esempi soggettivi e non garantiscono assolutamente nulla, ma quello che voglio dire è che, nonostante i pericoli ci siano e anche la delinquenza, i marocchini sono delle persone attente e solidali. Poi, detta tra noi, un marocchino non vi lascerebbe mai per strada senza cibo o senza un letto dove dormire. 

Conclusione

Attenzione a non giudicare il mondo dal punto di vista del turista, il rapporto col turista non determina per forza l’animo di un popolo. La figura del turista rientra prima di tutto in un ambito commerciale e economico. Se si vuole altro dal proprio viaggio, sta a noi cercarlo, non aspettiamoci mai niente e non giudichiamo se stiamo guardando il mondo da una vetrina.

Per concludere, non voglio fare l’ingenua, il Marocco è un paese con molte contraddizioni, ha ancora molti passi da compiere nel campo dei diritti sociali e in alcune città vi è molta delinquenza e bisogna certamente fare attenzione.  Ma non è tutto bianco o nero, il bello di questo paese è proprio la sfumatura, soprattutto negli ultimi anni il Marocco sta evolvendo davvero molto, questo lo rende un luogo ricco di stimoli e situazioni variegate che non rientrano in nessun stereotipo.

Detto questo, a priori, bisogna viaggiare con il quinto senso e mezzo attivato ma lasciando sempre una porticina aperta alla fiducia, fate attenzione come in qualsiasi altro viaggio. Il turista in quanto turista è una preda molto più facile di altri in tutte le parti del mondo, compresa casa nostra. Evitate i quartieri pericolosi anche di giorno e non aggiratevi di notte per le medine, evitate di rientrare troppo tardi da soli, di mostrare oggetti di valore e di comprare droga a caso, specialmente se siete ragazze.  Insomma le s0lite raccomandazioni da mamma. 

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Per altre informazioni, per discutere degli argomenti dell’articolo o per dirmi ciao :-), scrivetemi tramite la pagina facebook AnnaGigamondo

Un saluto

Anna

2 commenti
  1. Silvia The Food Traveler
    Silvia The Food Traveler dice:

    La cosa che noto sempre più spesso è una: nove volte su dieci chi diffonde questi stereotipi è gente che non viaggia, che non è curiosa e che non è abituata a vedere cose diverse rispetto a quelle che succedono oltre i confini della loro regione. Pensa che a me avevano detto cose terribili prima di andare ad Atene!
    Comunque quello che mi fa più sorridere è quello delle donne bionde con gli occhi azzurri 😉

    Rispondi
    • anna
      anna dice:

      Vero? Anche a me ha fatto ridere quello delle donne bionde con gli occhi azzurri, ma ti giuro che è una paura vera e propria. E hai ragione, di solito le persone che diffondono gli stereotipi sono quelle che ci credono e non vogliono andare oltre.

      Rispondi

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