Come sopravvivere all’università francese

Che minchia è una dissertation? Come minchia si scrive una dissertation? E che minchia è un exposé?, un esame orale?, un esame scritto?, un esame scrittora?, un orascritto? Non posso semplicemente studiare sui libri e venire a dirvi quello che mi ricordo e farmi insultare se non me lo ricordo? NO! Aiutatemi a fare questa cosa!!

  • come sopravvivere all'università francese

Che minchia è una dissertation? Come minchia si scrive una dissertation? E che minchia è un exposé?, un esame orale?, un esame scritto?, un esame scrittora?, un orascritto? Non posso semplicemente studiare sui libri e venire a dirvi quello che mi ricordo e farmi insultare se non me lo ricordo? NO! Aiutatemi a fare questa cosa!!

Tranquilli, nonostante mi sia chiesta aiuto da sola ve lo offrirò volentieri (frasi non-sense).

Per sopravvivere all’università francese bisogna semplicemente cambiare metodo di studio! Come se fosse semplice direte voi, e lo dico anch’io. Non ho grandi soluzioni da proporvi al riguardo, posso solo dirvi, signori miei, dimenticate lo studio sui manuali, gli approfondimenti che eravate soliti fare e preparatevi a meno teoria e molta più pratica!

Non fatevi venire il panico, non è niente di così sconvolgente. Certo, in un primo momento potrete sentirvi disorientati, soprattutto per la maggior presenza di corsi da seguire e la minor presenza di libri su cui studiare (questa cosa non è del tutto vera, ma esageriamo un po’ perché se siete giunti a questo articolo siete nella fase del lamento: e i francesi non studiano, e dove sono i libri? E noi studiamo molto di più, loro imparano solo delle nozioni, e che senso ha fare un lavoro su un argomento che non conosco completamente e uee …).

Bene, ora aprite la vostra mente, attivate la vostra capacità di adattamento e agite, prima lascerete dietro di voi le lamentele prima riuscirete a sfruttare questo nuovo metodo di apprendimento.

Rispetto alla nostra, l’università francese è maggiormente orientata all’ inserimento lavorativo, facile evincerlo solo dall’offerta formativa e dai nomi dei corsi. Quindi, queste cose che non sapete come fare (esposé-dissertation) e che loro fanno molto bene, vi potrebbero essere molto utili per un futuro lavoro, sempre se rimarrete in Francia, nel caso torniate in Italia, tiè, col cavolo che ce l’avrete un lavoro e queste cose che non sapete fare avranno un’importanza relativa nella vostra vita, perciò voi tutti potete tranquillamente continuare a lamentarvi.

Basta cincischiare, vediamo in termini pratici come sopravvivere all’università francese.

Prima e inderogabile regola da seguire: seguire le regole! Cosa vuol dire? Gli esami universitari francesi, la dissertation e l’exposé,  hanno una struttura ben precisa che deve essere rispettata punto per punto, il rischio è di non passare l’esame. Potete anche conoscere a menadito l’argomento ma se non consegnate un lavoro ben organizzato il voto sarà basso.

Gli esami universitari francesi si dividono in quattro tipologie, la loro scelta di impiego è a discrezione del professore:

Exposé: elaborato scritto/power point con esposizione orale.

Dissertation: elaborato scritto.

Esame scritto: esame standard. Le domande sono quasi sempre aperte e spesso viene assegnato un soggetto da sviluppare.

Esame orale: alcuni professori potrebbero domandare un’ esame orale, questo accade specialmente durante les rattrapages, ovvero i recuperi degli esami falliti.

Exposé

L’exposé, lo dice la parola stessa, è un’esposizione, quindi un esame orale. La cosa che lo differenzia da un semplice esame orale è la sua preparazione: richiede anche un’elaborazione scritta, in quanto trattasi dello sviluppo di una tesi su un dato argomento.  

L’exposé prevede che siate in grado di utilizzare ciò che avete appreso dalla materia trattata per sviluppare un’argomentazione attorno a un soggetto.

La parte più importante è la struttura, solo se avete impostato un ottimo lavoro d’analisi sarete in grado di dare un’ottima performance oratoria.

Struttura

Sia per l’exposé  sia per la dissertation lo scheletro dell’elaborato si sviluppa hegelianamente sul precetto tesi-antitesi-sintesi. Diciamo che questa è la base da tenere a mente.

Introduzione: è l’apertura del vostro discorso, qui esponete il soggetto preso in esame e donate le informazioni su di esso ponendovi un obiettivo, una lettura dello stesso, una finalità che andrete ad analizzare attraverso il vostro lavoro. Non deve contenere nessuna opinione personale.

Argomentazione: può essere sviluppata, appunto, come tesi-antitesi-sintesi, o può essere impostata diversamente in base all’argomento e al punto di vista assunto, per fare un esempio: problemi, cause, conseguenze, soluzioni ecc. L’importante è che la struttura sia chiara, ben organizzata e lineare. Cercate di non aggiungere informazioni inutili e di non divagare troppo.  

Conclusione: la conclusione deve contenere sia il risultato della vostra analisi, rispondendo ai quesiti sollevati nell’introduzione,  sia il vostro personale punto di vista. Mi raccomando, quest’ultimo è molto importante, dovete sempre esporre la vostra posizione sull’argomento trattato, non si tratta ovviamente di un’opinione personale o un vostro giudizio, ma di una presa di posizione nei confronti dell’argomento trattato in base allo studio apportato su di esso.

A vostra discrezione l’exposé può essere supportato da un Power Point.

Evitate di riempire l’exposé di informazioni specifiche per mostrare le cose che sapete, non è questo ciò che interessa. L’exposé deve essere diretto e riportare solo fatti, idee e argomentazioni, non è un riassunto!

Durante l’esposizione dovete nominare tutti  i passaggi sopra elencati e gli eventuali paragrafi titolati. Per esempio, quando state concludendo specificatelo. Prima di cominciare, fate una piccola premessa sull’argomento che andrete ad esporre e su come l’avete organizzato.

Anche se avete il vostro supporto scritto o le vostre slide, il discorso deve essere memorizzato, potete aiutarvi tramite i vostri appunti ma dovete conoscere l’argomento a memoria, non dovete leggere. Dopo l’esposizione il professore interverrà ponendovi alcune domande o mettendo in discussione la vostra tesi.

L’exposé viene anche utilizzato per far conoscere agli altri studenti l’argomento prescelto, quindi l’esposizione avverrà davanti a tutta la classe. In sostanza andrete a sostituirvi al professore, nel senso che sarete dietro alla cattedra, sì, dietro, non davanti, dietro. Paura eh!?

Dissertation

La dissertation è praticamente una tesina, il numero di pagine da produrre vi verrà indicato dai professori. La struttura della dissertation è la stessa dell’exposé.

Riflettete sull’argomento prescelto, trovate il punto di vista dal quale analizzarlo e date vita a una discussione attorno al soggetto. Dovete, ovviamente, svolgere un breve lavoro di ricerca. Anche in questo caso, l’importante è l’argomentazione, la discussione intorno al soggetto, la problematica sollevata. Non deve essere mai, e dico mai, una forma di riassunto o di compilazione di informazioni. Certo, alcune informazioni dovete riportarle, ma devono essere funzionali al vostro discorso.

Organizzazione chiara, ordinata e precisa, che segua sempre lo schema basilare:Introduzione-argomentazione-conclusione

La struttura è identica all’exposé, ma deve essere più lunga. Tenete conto di scrivere una tesina. Di solito si aggira intorno alle 10 pagine, dipende dalla richiesta del professore. 

I francesi vengono abituati fin da subito a questo genere di lavori, i quali risultano essere molto utili, sia per la comprensione effettiva degli argomenti affrontati, sia per una presa di responsabilità nei confronti delle nozioni acquisite. Questo metodo è molto utile anche per un futuro lavoro, perché abitua fin da subito le persone ad esporre la propria opinione e a parlare davanti a un “pubblico”. Come noterete, infatti, i livelli d’ansia e stress dello studente medio francese sono pressoché inesistenti se comparati all’isteria dello studente italiano in sede d’esame.

Votazione o notation universitaria francese

In Francia il parametro di votazione si situa da 0 a 20. Solitamente i professori danno una votazione tra 10 e 14, è difficile che la superino, prendere un 19 o un 20 è davvero raro. Per accedere a un dottorato dovete mantenere una media dal 12/14 in su.

Esempio di corrispondenza.

<10 10 11 12-13 14-15 16-20
<18 18-23 24-26 27-28 29-30 30 e lode

10:sufficiente

11: discreto

12-13: buono

14-15: molto buono

16-20: eccellente

CONCLUSIONE

Visto? Niente di così difficile, bisogna solo prenderci l’abitudine. C’è poi chi si innamora di questo metodo e chi invece rimane fedele al metodo italiano.

Personalmente, per quanto io rimanga molto attaccata al metodo italiano, credo che un mélange dei due sia la soluzione perfetta. Ci sono aspetti del metodo francese che apprezzo molto, come la maggior produzione di elaborati scritti, il rapporto amichevole tra docenti e alunni, l’incoraggiamento degli alunni da parte dei professori e l’interessamento per il loro punto di vista. In sostanza la predilezione per un sistema educativo completo, mirato allo sviluppo della personalità dello studente attraverso il rafforzamento della fiducia in se stesso e nelle proprie opinioni.

Non apprezzo invece l’insegnamento nozionistico basato sulle slide, specie per materie umanistiche, e il programma di studi che si suddivide in tanti corsi e seminari, di cui la maggior parte sono molto spesso inutili e tolgono tempo all’approfondimento delle materie principali, prediligendo in questo modo uno studio superficiale.

Ma ditemi voi cosa ne pensate e come vi trovate a studiare in Francia.

Se vi fa piacere, condividete!

Un salutone.

Anna

2 commenti
    • anna
      anna dice:

      Ciao, quando ho iniziato avevo un B1 ma non avevo mai parlato in francese in vita mia, quindi è stata un po’ dura. Adesso che ho ripreso gli studi invece è molto meglio. Se vuoi per farmi domande dirette puoi contattarmi direttamente sulla pagina facebook, così posso risponderti subito.

      Rispondi

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